Si definisce prolasso la fuoriuscita di un organo, che normalmente dovrebbe stare all’interno del corpo, attraverso un orifizio naturale. Nel caso di un prolasso degli organi pelvici (che sono utero, vescica e retto), i muscoli e i legamenti che dovrebbero mantenerli nella loro posizione originale all’interno del bacino, non sostengono più il loro peso.
Come riconoscere il prolasso pelvico femminile
Quando c’è un prolasso è visibile un abbassamento delle pareti vaginali dovuto al peso dell’organo prolassato che cade all’interno del canale vaginale fino nei casi più importanti a far protrudere l’organo fuori dalla vagina.
Quando hai un abbassamento della parete vaginale anteriore e l’organo prolassato è la vescica il prolasso prende il nome di cistocele. Se l’abbassamento interessa la parete vaginale posteriore il prolasso prende il nome di rettocele.
Se il prolasso riguarda l’utero il prolasso prende il nome di colpocele o isterocele.
La gravità del prolasso si esprime in gradi: primo, secondo e terzo (in alcune scale esiste anche il quarto).
Il prolasso è visibile dall’esterno durante una visita. Nel prolasso di primo grado l’organo è abbassato rispetto alla sua posizione originale (ma rimane comunque nella porzione superiore del canale vaginale).
Nel prolasso di secondo grado l’organo è notevolmente abbassato e arriva fino alla rima vulvare ma senza superarla.
Nel prolasso di terzo grado il viscere interessato fuoriesce dalla vagina sporgendo dalla rima vulvare. Il prolasso di secondo e terzo grado sono facilmente visibili dalla diretta interessata che può osservare i genitali con l’ausilio di uno specchio.
Sintomi del prolasso di vescica, utero e retto
Il prolasso non è pericoloso per la salute però è una condizione che può creare notevole fastidio e disagio. Può dare infatti una notevole sensazione di peso oppure di corpo estraneo che sale e scende in base agli sforzi fisici e ai movimenti. Può inoltre arrecare dolore o causare impedimento durante i rapporti sessuali.
Un’altra conseguenza del prolasso potrebbe essere il bruciore o la sensazione di secchezza, in quanto le delicate mucose del canale vaginale non sono fatte per trovarsi esposte all’aria e quindi si possono ulcerare, creando anche piccoli episodi di sanguinamento dovuti alla frizione.
Prolasso pelvico post parto e altre cause
La causa principale del prolasso sta nell’aumento di peso durante la gravidanza e il parto vaginale, soprattutto quando si è trattato di un parto traumatico come un parto operativo con forcipe o ventosa. Se hai avuto un parto simile è indicato fare riabilitazione a breve distanza dal parto stesso senza lasciar passare anni.
Altre cause che possono contribuire al peggioramento di un prolasso degli organi pelvici sono l’obesità, la tosse cronica e le abitudini quotidiane scorrette come urinare o defecare in fretta spingendo molto forte. In particolare la stipsi cronica è deleteria per il prolasso.
Prolasso pelvico e rimedi
Con la riabilitazione del pavimento pelvico è possibile lavorare sulla tonificazione dei muscoli del pavimento pelvico che sono muscoli striati e quindi muscoli volontari che possono essere allenati esattamente come si possono allenare i bicipiti delle braccia.
Ovviamente i legamenti (che non sono muscoli ma strutture che tra le altre cose servono a mantenere in posizione gli organi all’interno del bacino) non possono essere allenati, riabilitati o recuperati, ma la tonificazione dei muscoli spesso è in grado di offrire un notevole miglioramento dei sintomi (e a volte una totale remissione) soprattutto per quanto riguarda la sensazione di peso a livello del perineo.
Purtroppo non sempre grazie alla riabilitazione del pavimento pelvico è possibile evitare un intervento chirurgico. Anche in questa eventualità (l’intervento chirurgico è indicato in genere quando la sintomatologia è eccessivamente fastidiosa) è indispensabile che tu ti sottoponga a un ciclo di riabilitazione del pavimento pelvico in preparazione all’intervento chirurgico, ma soprattutto che tu ti ci sottoponga in seguito all’intervento stesso.
Citerò di seguito un esempio per meglio spiegare quello che potrebbe succedere in caso si decidesse di non far seguire all’intervento chirurgico la riabilitazione del pavimento pelvico.
Immaginiamo un prolasso dell’utero che richieda un intervento per rimuovere chirurgicamente l’utero stesso. In caso la muscolatura rimanesse poco tonica in seguito all’intervento, nello spazio vuoto che si verrebbe a creare una volta rimosso l’utero, potrebbe prolassare successivamente un altro organo, ad esempio la vescica. Questo perché non è previsto che nel bacino rimanga uno spazio vuoto (che invece si verrebbe a creare a causa della pressione all’interno della cavità addominale e della forza di gravità).
È importante quindi fare riabilitazione del pavimento pelvico e controllare annualmente lo stato del pavimento pelvico dopo un intervento chirurgico, per poter mantenere negli anni i buoni risultati conseguiti con la chirurgia.
In alcuni casi è possibile utilizzare un pessario. Il pessario è un dispositivo in lattice o in silicone che può avere diverse forme (cubico o ad anello) e misure. Serve per evitare la discesa o i movimenti del prolasso e può essere utilizzato nei casi in cui tu sia in attesa di un intervento chirurgico oppure nei casi in cui tu non voglia o non possa sottoporti all’intervento chirurgico.
È indispensabile farsi seguire nella riabilitazione da personale qualificato e laureato con un percorso formativo specifico e con una lunga esperienza sulla riabilitazione del pavimento pelvico perché è importante che gli esercizi siano personalizzati e anche che la prima volta tu possa provarli in ambulatorio. Questo perché anche gli esercizi giusti, fatti nel modo scorretto, possono portare ad un peggioramento repentino del prolasso.
Se vuoi avere un’idea di come svolgo il trattamento riabilitativo seguimi a questo link.
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